Nextcloud su hosting condiviso? Meglio di no!

Visti gli inevitabili limiti computazionali del vecchio Raspberry Pi 3, ho pensato di spostare la mia installazione di Nextcloud sullo stesso spazio di hosting condiviso che ospita questo sito, dato che per ora di spazio ce n’è in abbondanza. Non ero sicuro che si potesse fare ma, visto che l’installazione di questo software è disponibile anche sul cPanel tramite l’application manager Installatron, ho fatto comunque un tentativo.

Installazione manuale

Siccome non amo particolarmente questi strumenti che fanno tutto da soli, ho preferito installare l’applicazione manualmente e, a parte qualche intoppo dovuto alla (temporanea) impossibilità di accedere via SSH al server, l’installazione è stata relativamente semplice.

Tuttavia l’hosting condiviso ha le sue limitazioni e alla fine l’applicazione, seppur funzionante, mostrava qualche warning:

Riporto di seguito gli avvisi in formato testuale, per questioni di leggibilità:

  • Il database viene usato per il blocco di file transazionale. Per migliorare le prestazioni, configura memcache, se disponibile.
  • Nessuna cache di memoria è stata configurata. Per migliorare le prestazioni, si prega di configurare una memcache, se disponibile.
  • This instance is missing some recommended PHP modules. For improved performance and better compatibility it is highly recommended to install them: – sysvsem.

Installazione automatizzata

Non sapendo come risolvere questi problemi, ho pensato che affidandomi invece ad Installatron per ripetere l’installazione le cose sarebbero andate meglio. Neanche per idea! Con l’installer automatico il risultato è addirittura peggiore: il processo si interrompe a causa di un errore e bisogna procedere manualmente, applicando un aggiornamento e modificando il file di configurazione, per pervenire alla fine allo stesso risultato ottenuto manualmente.

Test

Visti i risultati, sono tornato all’istanza installata manualmente e ho iniziato a testarla. Per prima cosa ho abilitato l’autenticazione a due fattori, come piccola misura di sicurezza aggiuntiva. Poi ho installato l’app Music e ho caricato un po’ di file musicali, e devo dire che il player funzionava piuttosto bene. Sono quindi passato a caricare altri elementi, omettendo ovviamente i file più sensibili (documenti personali, contratti, analisi cliniche, ecc.).

Tutto sommato il sistema era usabile, seppure poco reattivo nella sincronizzazione. Poco dopo infatti è emerso anche l’ormai abituale warning a proposito di opcache:

The OPcache interned strings buffer is nearly full. To assure that repeating strings can be effectively cached, it is recommended to apply opcache.interned_strings_buffer to your PHP configuration with a value higher than 8.

Purtroppo, senza l’intervento di un amministratore del server, non credo ci sia modo di modificare questo parametro. Avrei potuto ignorarlo, visto che le cose comunque funzionicchiavano, ma ho preferito desistere.

Conclusione

Dato che non mi piace avere cose che funzionano così così e non sopporto il fatto di essere limitato nell’intervenire su un sistema di cui ho bisogno, sono tornato ad usare la mia istanza Nextcloud originale, ma per ovviare ai limiti del Raspberry ho trasferito tutto su un MacMini server, che in quanto a RAM, CPU e spazio disco non mostra nessun segno di affaticamento.

La prossima mossa, per evitare ulteriormente l’esposizione del server su Internet, sarà quella di renderlo accessibile esternamente soltanto tramite una VPN, in particolare con Wireguard installato sul mio firewall.

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