La mia prima esperienza come blogger risale ai primi anni Duemila, quando Blogger.com andava per la maggiore. Su quella piattaforma ho mantenuto, per diverso tempo e con relativa soddisfazione, il mio piccolo angolo di web 2.0 dedicato ad argomenti di attualità, letteratura e informatica. Il blog si chiamava “Gica & Oltre”, imitando nel titolo la serie di pubblicazioni tecnologiche “Tutto & Oltre” della Sams Publishing.
Nel 2009, non più soddisfatto del servizio di blogging offerto da Google, ho deciso si aprire il mio primo vero sito web, verolinux.org, che ora rimanda a verolinux.com (registrato esattamente un anno dopo).
A quell’epoca, complice il boom dei servizi di hosting condiviso basato su LAMP (Linux, Apache, MySQL, PHP), c’era un proliferare di CMS più o meno complessi, tra i quali svettavano Joomla, Drupal e WordPress, con quest’ultimo in rapidissima ascesa.
I punti di forza di WordPress, già ai suoi esordi, erano il sistema di plugin, l’abbondanza di temi e la funzione di aggiornamento automatico, che rendevano il suo utilizzo alla portata di tutti.
A differenza di Joomla, Xoops o Drupal, WordPress era particolarmente orientato al blogging, tanto è vero che per impostazione predefinita la home è configurata per mostrare gli ultimi post pubblicati.
L’evoluzione
Col passare degli anni, però, questo motore di blogging è cambiato e, grazie alla sterminata disponibilità di temi e plugin, è diventato prima un CMS sempre più completo e, successivamente, un vero e proprio website builder. Ad oggi, se le statistiche sono ancora sufficientemente attendibili, circa il 40% di tutti i siti web pubblici è realizzato usando WordPress, lasciando alla sue alternative soltanto le briciole.
Questa evoluzione ha cambiato radicalmente gli ambiti di utilizzo della piattaforma, al punto che adesso viene considerata più difficile da utilizzare rispetto al passato e più adatta a siti di grosse dimensioni piuttosto che a piccoli blog personali.
I limiti
Dal punto di vista architetturale e dell’organizzazione del codice, WordPress mostra tutta la sua età e, se non fosse stato per i fenomenali miglioramenti di PHP in termini di prestazioni, ad oggi probabilmente sarebbe quasi inutilizzabile. L’esplosione dei generatori di siti statici (SSG – Static Site Generators) e di software basati su piattaforme radicalmente differenti, come Node.js, ha offerto ai blogger più “tradizionalisti” gli strumenti per tornare a pubblicare i loro contenuti in maniera più agile e pulita, sfruttando API e servizi di code version control, come GitHub, per automatizzare il flusso della pubblicazione.
WordPress è finito?
Ovviamente no, soprattutto se lo consideriamo come CMS e non come semplice motore di blogging. Di sicuro non è la piattaforma più snella e piacevole da usare per tutti quelli che vogliono focalizzarsi prevalentemente sul contenuto, invece di doversi districare tra migliaia di temi e plugin.
Più di una volta io stesso ho abbandonato WordPress in favore di alternative più snelle ed eleganti, ma per diversi motivi alla fine sono sempre tornato “alle origini”.
Le alternative
Secondo il mio modesto parere, attualmente la migliore piattaforma di blogging è Ghost, che stacca di gran lunga tutte le altre. A seguire c’è tutta una pletora di SSG più o meno complicati, esotici o performanti; si va dall’ormai agonizzante Jekyll, al mastodontico Bridgetown, passando per i vari Hugo, Hexo, Gatsby e compagnia cantante. Piccola menzione la meritano anche Pelican e Middleman.
Oltre ai SSG, un’alternativa per il blogging duro e puro è senz’altro WriteFreely, sebbene il suo sviluppo non proceda proprio a velocità sostenuta.
Il futuro
Verolinux.com rimarrà su WordPress, almeno nell’immediato futuro. Non mi piace, non riesco a trovare un tema che si adatti completamente alle mie esigenze di pubblicazione, adoro Ghost ma, per ora, tengo duro. Dirò di più: sto iniziando a pensare di sviluppare un tema da zero; le mie conoscenze di PHP sono limitate, mentre quelle di CSS e JavaScript sono quasi nulle. Ciò nonostante ci sto pensando seriamente e prima della fine dell’estate dovrei avere un primo prototipo.
Chi vivrà, vedrà.