Due parole su Wohpe, di Salvatore Sanfilippo

Le mie impressioni, se non proprio una recensione vera e propria, su questo romanzo di fantascienza.

Ho appena finito di leggere Wohpe, il primo romanzo scritto da Salvatore Sanfilippo, altrimenti noto come antirez. Non sono abituato a fare recensioni, ma in questo caso trovo sia giusto raccontare la mia esperienza di lettura.

Un lettore anomalo

Non sono un lettore molto assiduo; rispetto ai tempi dell’università leggo molto poco, in maniera discontinua e senza alcun criterio. Leggo soprattutto la sera, prima di addormentarmi; dormo pochissimo e, se non altro, la lettura mi aiuta ad addormentarmi più velocemente.

Da qualche anno ho preso la pessima abitudine di portarmi a letto roba tecnica, manuali, documentazione, ecc. Ho iniziato a farlo nell’illusione di sfruttare i tempi morti per imparare qualcosa di nuovo e approfondire argomenti che mi interessano. Spoiler: non funziona!

Per il resto leggo soprattutto saggistica: politica, religione, matematica, nutrizione, gestione del tempo e roba del genere.

La mia libreria è piena di cadaveri: è così che chiamo quei libri che ho iniziato e che non finirò mai di leggere. Proprio a causa della lentezza con cui leggo, succede spesso che certi libri che ritenevo utili o interessanti al momento dell’acquisto, appena iniziati trascorrano mesi appoggiati sul comodino. Nel contempo subentrano nuove necessità, nuovi interessi, e quindi nuovi libri che vanno ad accumularsi in una sorta di pila LIFO (last input, first output) che non verrà mai svuotata.

Il libro giusto al momento giusto

Seguo antirez su YouTube da quasi un anno, ma lo conoscevo già da diversi anni per via di Redis; sapevo anche che qualche anno fa aveva pubblicato un romanzo, ne avevano parlato di sfuggita i ragazzi di rev3rse security durante una puntata del loro Seemposium podcast (non ricordo esattamente quale sia l’episodio, scusate). Ad inizio luglio, più o meno in contemporanea con l’acquisto di Tecnologie del Futuro (antologia di storie di fantascienza contenente anche un racconto dello stesso Sanfilippo), ho deciso di comprare Wohpe, fortunatamente poco prima che tornasse in tendenza su Amazon e che, per problemi di approvvigionamento, i tempi di consegna iniziassero a dilatarsi enormemente.

Chi è Salvatore Sanfilippo

Programmatore esperto, classe 1977, originario di Campobello di Licata (AG), è noto soprattutto per essere il creatore di Redis, un software open-source di estremo successo e diventato ormai parte integrante dello stack tecnologico di moltissime infrastrutture. Da alcuni mesi ha intensificato notevolmente l’attività sul suo canale YouTube, pubblicando video riguardanti prevalentemente l’intelligenza artificiale e la programmazione. Sul web lo trovate anche sul suo blog <antirez> e su invece.org.

A dispetto delle mie difficoltà a rimanere concentrato su uno stesso libro, senza interruzioni dall’inizio alla fine, ci sono casi in cui certi libri mi assorbono a tal punto da indurmi a leggerli sfruttando tutti gli intervalli di tempo disponibili, in modo da arrivare alla fine il prima possibile. Gli ultimi libri che ricordo aver avuto questo effetto sono stati “Mucchio d’ossa“, di Stephen King, e “Perché non possiamo essere cristiani“, di Piergiorgio Odifreddi. Quest’ultimo credo di averlo letto in un solo giorno, ma era il periodo dell’università, quando il tempo a mia disposizione sembrava illimitato e potevo bruciare un giorno intero a leggere.

Con Wohpe è stato più o meno lo stesso: è partito subito col botto, come un giallo in cui il racconto inizia con la descrizione del delitto e poi prosegue con le indagini (e i depistaggi) finché non si scopre il colpevole. In questo caso però non ci sono omicidi, furti o altri crimini; si parla soprattutto di intelligenza artificiale. Meglio: l’intelligenza artificiale è lo sfondo, costante e ben definito, della realtà di un futuro non troppo lontano (e, ahimè, tutt’altro che inverosimile), in cui l’umanità si trova a dover cercare in gran fretta il rimedio ad una condizione ambientale ormai compromessa e preludio all’estinzione del genere umano.

Non scendo nel dettaglio della trama, perché non voglio spoilerare (così direbbe mia figlia) e rovinare l’esperienza di chi non lo ha ancora letto, ma il libro affronta alcune questioni che sono di incredibile attualità.

Disoccupazione

Una delle implicazioni della crescente adozione dell’intelligenza artificiale sarà, a detta di molti, la scomparsa di alcune tipologie di lavoro: buona parte dei lavori ripetitivi, facilmente automatizzabili, soprattutto nel settore informatico, potranno essere (in parte lo sono già) svolti da agenti AI con supervisione minima degli umani. Nel futuro di Wohpe, il problema delle persone che hanno perso il lavoro è stato in parte mitigato da una sorta di reddito universale garantito (qualcuno ne parla già oggi come di UBI – Universal Basic Income).

Sicurezza, guerra e violenza

L’intelligenza artificiale è sempre più utilizzata nel settore militare e della sicurezza. Ci sono già prototipi, più o meno inquietanti, di cani robot pensati come supporto agli agenti di polizia; e cosa dire, poi, dell’impiego massiccio di droni per condurre attentati di Stato (qualcuno ha detto Israele?) o vere e proprie incursioni militari in territorio ostile per sgombrare il campo alle truppe di terra? Questi oggetti sono, o saranno presto, guidati con il crescente ausilio dell’IA.

Nel futuro di Wohpe il mondo vive sostanzialmente in pace, mentre la pubblica sicurezza è spesso affidata a droni che hanno come prerogativa quella di preservare la vita umana. Niente più manganelli e teste spaccate in stile Diaz e Bolzaneto, per intenderci. Ma forse qui Sanfilippo ha peccato un po’ di ottimismo.

Penetrazione dell’AI nella vita quotidiana

Non è raro che opere di fantasia contengano scenari, descrizioni o invenzioni futuristiche (all’epoca della pubblicazione) che si materializzeranno realmente nel giro di dieci, venti o trent’anni. L’immagine più eloquente di questo fatto è forse rappresentata dai trasmettitori usati dal capitano Kirk e compagni nella serie classica di Star Trek (1964-1966), incredibilmente rassomiglianti ai cellulari StarTAC Motorola (1996).

Anche nel romanzo di antirez ci sono alcune cose che potrebbero realizzarsi nel prossimo futuro, come ad esempio gli ascensori in grado di selezionare autonomamente le fermate in funzione delle persone che occupano la cabina e delle loro normali abitudini, della collocazione dei loro alloggi, e così via.

Etica e altre considerazioni

C’è un limite all’utilizzo dell’intelligenza artificiale oltre il quale non si dovrebbe andare? La ricerca deve essere regolamentata, per evitare di spingersi troppo oltre, oppure la scienza deve essere libera di esplorare ogni percorso senza essere condizionata da vincoli imposti da istituzioni più o meno in grado di comprendere un settore così promettente e, allo stesso tempo, potenzialmente distruttivo?

L’autore ha affrontato anche questo tema, contrapponendo le due alternative, mettendo da un lato l’azione dei ricercatori, degli scienziati, dei programmatori, insomma dei tecnici, e dall’altro lato i comitati etici, la politica, l’opinione pubblica e i movimenti di piazza.

La mia opinione

Il libro mi è piaciuto molto, l’ho trovato scritto bene, pur essendo l’opera prima dell’autore; è scorrevole, mai noioso, così coinvolgente che anch’io, come lettore, a un certo punto ho provato l’esigenza di dovermi schierare da una parte o dall’altra in merito ai fatti raccontati.

Non voglio spingermi a fare paragoni, ma la lettura di Wohpe mi ha fatto tornare indietro di parecchi anni e rivivere le stesse sensazioni provate quando ho letto “Dio e il computer” di Roberto Vacca, anche quello estremamente avvincente e scritto da uno dei pionieri italiani dell’informatica.

Dio e il computer (Roberto Vacca – 1984)
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