C’è posta per me

Qualche giorno fa ho messo in piedi un nuovo VPS che userò come server di posta per il mio dominio. Siccome ho optato per una versione abbastanza “carrozzata”, oltre al server di posta ho intenzione di farci girare anche questo sito, migrandolo dal provider attuale.

Come CMS pensavo di usare Ghost, abbandonando definitivamente WordPress, tuttavia sto riscontrando le solite, croniche, difficoltà nel personalizzarne l’aspetto estetico e quindi al momento sto un po’ fermo.

Nella versione provvisoria di quel nuovo sito avevo già pubblicato un lungo articolo in cui parlavo proprio di posta elettronica, dell’importanza di disporre di un proprio dominio personale e di non affidarsi ai soliti servizi gratuiti come Gmail, Yahoo, Libero e così via.

Dato che non mi va di riscrivere tutto, né di fare Copia&Incolla sputtanando miseramente il layout della pagina, riporto qui di seguito una sintesi dei concetti che ho espresso nell’articolo originale.

La mail gratuita non è gratuita

Come recita l’ormai famoso ma triste detto:

Quando qualcosa è gratuito, il vero prodotto in vendita sei tu!

Chi ti regala un servizio di posta gratuito, dandoti anche svariati gigabyte di spazio di archiviazione e tanti altri accessori fighissimi, in realtà non fa altro che collezionare i tuoi dati che, insieme a quelli di tanti altri “fortunati”, rappresentano un asset molto prezioso: contatti, abitudini, acquisti on line, luoghi visitati, percorsi seguiti quotidianamente, e così via. In questi casi il più delle volte non siete voi a guadagnarci.

Il dominio generico non è vostro

Ogni volta che decidete di iniziare ad usare un servizio di posta utilizzando il dominio gratuito del provider (@gmail.com, @libero.it, @yahoo.com, e così via), vi state legando mani e piedi al fornitore del servizio. Se un giorno decideste di cambiare provider, ad esempio passando da Gmail a Microsozz oppure a un hosting provider più piccolo, vi sarà impossibile “portare con voi” il vostro indirizzo di posta e quindi sarete costretti a cambiarlo, con tutte le rogne che ne conseguono. Ancora più disastroso sarebbe il caso in cui il provider decidesse improvvisamente di cessare il servizio, di fatto impedendovi ogni accesso alla vostra casella di posta elettronica.

Quindi ripetete con me: Email gratuita e dominio generico sono MALE!

In pratica è come incrociare i flussi…

Le alternative disponibili

Chiarite quelle che sono le cose da evitare, passiamo adesso a qualche consiglio sulle cose da fare.

Provider orientati alla privacy

In Europa, ma non solo, è possibile abbonarsi a servizi di posta elettronica particolarmente attenti alla privacy, che non vanno a ficcare il naso nella vostra corrispondenza e che, addirittura, non hanno alcun accesso ai contenuti delle vostre email. Sto parlando di provider come Proton e Tuta che offrono un servizio di email completamente crittografato, in modo che soltanto il legittimo proprietario possa accedere e decrittare il contenuto della posta.

Questi provider offrono solitamente un piano gratuito con poco spazio e con funzioni limitate, ma con poche decine di euro all’anno potete ottenere maggiore spazio, accesso a tutte le funzioni offerte e la possibilità di utilizzare il vostro dominio personale. Questa è la migliore soluzione che persone senza particolari competenze tecniche dovrebbero scegliere.

Web hosting provider tradizionali

Se la crittografia e la garanzia di riservatezza non è la vostra priorità e magari oltre alla posta avete anche bisogno di hosting per il vostro sito web, un’alternativa è quella di ricorrere a uno dei tanti provider di hosting web disponibili. Ce ne sono per tutte le tasche e per tutte le esigenze, in Italia e all’estero. Il servizio fornito è generalmente facile da usare grazie ad appositi pannelli user friendly pensati anche per chi non ha una laurea in informatica. La spesa va da 25 euro all’anno per i provider più economici fino a diverse centinaia per quelli che vi permettono di gestire più domini/siti nella stessa interfaccia e magari di agire anche come reseller.

Self hosting, solo per gli smanettoni

Se l’idea di affidare a terzi la gestione della vostra corrispondenza non vi aggrada, potete sempre decidere di gestire il vostro server di posta in autonomia. In questo caso, oltre ad avere le necessarie conoscenze di amministrazione di sistema, avrete anche bisogno di un server dedicato, sia esso fisico o virtuale. È la scelta più complicata, ma che vi permette di non dipendere (quasi) da nessuno. Anche in questo caso i costi vanno da qualche decina di euro all’anno fino a diverse centinaia, a seconda del tipo di server che decidete di usare e dei servizi a contorno che volete aggiungere (backup, snapshot, indirizzi IP supplementari, server ridondanti, ecc.).

Concludendo

Come detto in apertura, sto migrando a un server dedicato e autogestito sia per la mia posta personale che per l’hosting di questo sito web; conoscendomi, però, so già che potrebbe non essere la soluzione definitiva (cambio idea molto spesso, purtroppo).

Come sistema per la posta elettronica ho optato per mailcow, sebbene in passato abbia avuto una buona esperienza anche con Mail-in-a-Box e iRedMail. Si tratta di soluzioni open source piuttosto ben curate e decisamente stabili, sebbene strutturate in maniera diversa, che si affidano a progetti ormai consolidati come Postfix, Dovecot e RoundCube; al momento, tuttavia, credo che mailcow sia quella più flessibile e funzionale.

Se state ancora usando Gmail & Co., a cui avete demandato la gestione della vostra corrispondenza e delle vostre informazioni per tanti anni, credo sia giunto il momento di riprendervi i vostri dati e smetterla di regalarli ai soliti noti.

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