Il pasticciaccio brutto di WordPress

Matt Mullenweg è l’autore originale di WordPress, il CMS (o website builder, a seconda di come lo volete vedere) più usato al mondo. Egli è anche il CEO di Automattic, l’azienda che maggiormente contribuisce allo sviluppo di questo software e che sta dietro a WordPress.com, l’azienda che fornisce WordPress come SaaS (software as a service).

WPEngine è un’azienda a fini di lucro che, come WordPress.com, offre servizi SaaS basati su WordPress ed è probabilmente il maggiore fornitore al mondo di questi servizi.

Usare WordPress in modalità SaaS è molto differente dall’utilizzarlo in self hosting oppure come servizio gestito, perché nel primo caso l’utente finale non ha il controllo del software, che è completamente a carico di chi offre il servizio.

A quanto si dice, WPEngine ricava moltissimi soldi grazie a questo servizio, totalmente basato su un software open source rilasciato con licenza GNU GPL. Ciò nonostante, pare che l’azienda non dia nessun contributo, né economico né in termini di codice, a WordPress e alla fondazione che ne cura lo sviluppo. Almeno questo è quanto sostiene Matt.

Le modifiche al core

Recentemente WPEngine ha apportato delle modifiche al codice del core di WordPress per disabilitare le revisioni dei post, ovvero quella funzione che permette agli autori di ripercorrere le modifiche apportate ai loro articoli per confrontarle o per ripristinare versioni precedenti. Si tratta di una funzione molto utile ma anche abbastanza “pesante” in termini di carico sui database. Sinceramente non so se c’è un motivo particolare per cui è stata fatta questa modifica, ma Matt sostiene che lo abbiano fatto per ridurre i costi e, quindi, aumentare i guadagni. Sta di fatto che questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, o che almeno ha fatto sbroccare Matt, che ha definito WPEngine “un cancro per WordPress”, scrivendo post al vetriolo sulla sezione notizie di WordPress.org.

Per tutta risposta, forse per non far leggere queste cose ai propri clienti, WPEngine ha disabilitato il widget delle notizie dalla dashboard amministrativa. Anche questa, come quella delle revisioni, è una (piccola) modifica al core del software.

Le violazioni del marchio

Non potendo attaccare WPEngine per queste modifiche (il software è GPL, può essere modificato a piacimento), Matt ha accusato WPEngine di fare un uso non corretto dei marchi WP e WordPress, entrambi di proprietà di Automattic ma liberamente utilizzabili. Secondo lui, WPEngine utilizza questi marchi per confondere i clienti inducendoli a credere che l’azienda è in qualche modo parte integrante dell’ecosistema WordPress.

Sempre Matt sostiene di aver tentato più volte di risolvere la questione senza arrivare ai ferri corti, invitando WPEngine a contribuire secondo quelle che sono le regole previste dalla fondazione, ricevendo sempre risposte negative o venendo ignorato. Ha inoltre sostenuto che WPEngine abbia violato anche le norme per l’utilizzo di WooCommerce, modificando il codice di attribuzione di Stripe (un servizio per i pagamenti on-line) per dirottare i contributi di quest’ultimo verso WPEngine invece che verso WordPress.org.

Il blocco degli update

L’azione più eclatante intrapresa da Automattic per “punire” WPEngine per il suo comportamento è stato quello di bloccargli l’accesso ai server di wordpress.org, bloccando di fatto la possibilità per tutti quelli che hanno un sito WordPress su WPEngine di ottenere aggiornamenti a temi e plugin e per l’azienda stessa di ricevere gli aggiornamenti del CMS.

Per molti questo è stato un colpo basso che ha danneggiato prevalentemente gli incolpevoli clienti di WPEngine, mettendo in cattiva luce proprio Matt Mullenweg facendolo apparire come un lunatico cattivo che, dall’oggi al domani, decide di fare un dispetto a chi è stato bravo a fare un sacco di soldi grazie al software open source sviluppato da qualcun altro.

Le cause legali

Ora la battaglia si è spostata, o si sta spostando, sul piano legale, dove Automattic denuncia WPEngine per la violazione dei suoi marchi, mentre WPEngine ha intimato a Mullenweg di cancellare i suoi post diffamatori contro l’azienda.

Cosa succederà adesso?

Sinceramente non so in che modo evolverà la situazione. Ascoltando questa intervista a Matt Mullenweg di qualche giorno fa, l’impressione è che gli argomenti di Automattic non siano particolarmente solidi, sebbene sia comprensibile il fastidio provocato dal fatto che alcune aziende “approfittano” del lavoro degli altri, ovvero del software open source, per fare soldi a palate senza ridare niente di quanto guadagnano alla comunità del software libero.

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